Acalculia e democrazia

Pubblicato: 30 settembre 2022 da Paolo Magrassi in Luoghi comuni
Tag:, , , , , ,

L’acalculia penalizza anche il pensiero critico e in tal modo fa male alla democrazia. Io credo che accrescendo anche di poco l’efficacia della scuola dell’obbligo miglioreremmo esponenzialmente la società, altro che PNRR...

.

Cohen, Dehaene, in ‘The Behavioral And Cognitive Neurology Of Stroke’, Cambridge University Press 2013

(1)

Il prezzo medio del paniere di acquisto di un consumatore è salito di oltre il 9 percento in un anno. Molti commentano che la borsa della spesa “è tornata essere cara come nel 1985” o “non era stata così cara dal 1985”.

Non è così. Lo sarebbe solo se nel 1985 i prezzi del paniere fossero stati gli stessi di oggi. Ma non è detto: magari erano più bassi, come infatti io opino. E troppi confondono il costo della vita—di cui l’indice dei prezzi al consumo è una delle componenti—con la sua variazione, alias l’inflazione. E’ l’inflazione, non il costo della vita per quanto ne sappiamo, a essere la stessa del 1985.

Puoi avere un aumento elevato di prezzi bassi oppure un aumento modesto di prezzi altissimi: due situazioni molto diverse tra loro.

E il costo della vita a Tokyo è più alto che a Roma, anche se nella nostra capitale l’inflazione è attualmente il triplo.

(Abbiamo parlato qui della confusione implicita).

(2)

In questi giorni di dopo elezione alcuni commentatori anche autorevoli stanno pasticciando con le analisi “dei flussi”. Ad esempio fanno confusione tra

la frazione di giovani tra gli elettori di un determinato partito

e

la frazione di giovani italiani che hanno votato quel partito

Il partito A ha due elettori, uno giovane e uno vecchio: esso annovera il 50 percento di giovani. Il partito B ha un milione di elettori, duecentomila dei quali giovani: ne annovera dunque il 20 percento.

Qual è, tra i due, il partito più votato dai giovani italiani? (Il secondo)

Quale è il partito con l’elettorato più giovane? (Il primo. Attenzione però alla fluttuazioni statistiche: il partito A potrebbe essere molto giovane solo per caso, dato il totale minuscolo dei voti. Questi confronti possono essere fatti solo tra partiti che non differiscono troppo in dimensione).

(3)

Il vaccino covid non protegge dal contagio.

Falso. Se, per evitare di perderci nella sovrapposizione delle varianti (è ovvio che il vaccino dell’anno prima protegga meno contro i virus dell’anno nuovo: vale anche per l’influenza, eccetera), consideriamo il 2021 e la variante dominante Delta, vediamo che anche sei mesi dopo la seconda dose, l’efficacia del vaccino mRNA contro l’infezione della variante Delta era circa 50 percento.

Rispetto a un non vaccinato, un vaccinato Pfizer o Moderna aveva ancora dopo sei mesi la metà delle probabilità di contagiarsi di Delta (e >10 volte meno probabilità di finire in terapia intensiva).

Caro no-vax, no-pass, no-mask, o grande-filosofo-de-noantri, tipicamente acalculico: davvero un 50% ti sembra così irrilevante? Tu se vedi qualcosa col cinquanta percento di sconto, consideri irrilevante la circostanza? Dirai che il prezzo è invariato?

E, andando solo un pochino più nel difficile, me ne scuserai: se i vaccinati hanno—poniamo (ma bisogna integrare sul periodo)—la metà delle chances di contagiarsi, l’epidemia diminuisce o no a misura che sempre più persone si vaccinano? Chiedi a unə prof delle Medie, zuccone. (NB: Dal paper di cui sopra, si ricava pure che tre mesi dopo la vaccinazione, si era cinque volte più protetti dei non vaccinati. A un mese dalla vaccinazione, nove volte più protetti. E sto sempre parlando del puro e semplice contagio).

(4)

“Tra il primo agosto 2021 e il 31 luglio 2022, sono state uccise 125 donne, più di una ogni tre giorni, in aumento rispetto alle 108 dei 12 mesi precedenti. 108 di questi femminicidi sono stati compiuti in ambito familiare o affettivo, in particolare 68 da un partner o ex.”

Quel confuso testo di Agenzia, ribattuto acriticamente da tutti i media italiani, strapazza la logica e il vocabolario.

Nei 365 giorni esaminati, i femminicidi sono stati 68: tante, infatti, le donne uccise in quanto donne. In media, una ogni 18 giorni. (All’incirca la stessa cadenza degli infanticidi ossia figli uccisi da genitori).

Elena Del Pozzo accoltellata dalla madre, Laura Ziliani uccisa dalle figlie, Fabiola Colnaghi uccisa dal figlio, o la zia di quel Mattia Del Zotto che nel 2017 fece fuori un po’ di parenti con il tallio, non sono vittime di femminicidio. Sono donne vittime di omicidio volontario: un insieme del quale i femminicidi costituiscono un sottoinsieme.

Agli addetti ai lavori è noto che un dieci percento circa (nove percento nell’anno trascorso) delle donne che vengono volontariamente uccise ogni anno sono vittime di persone che non appartengono alla loro sfera affettiva né vi appartenevano in passato: vedi la grafica del Ministero dell’Interno riferita ai 365 gg precedenti il 31 luglio 2022.

E se poi si considera la sfera familiare e in generale quella affettiva, su ogni cento persone di genere femminile uccise in modo volontario (che sono state 108 l’anno passato) grosso modo almeno una trentina sono solitamente vittime dei genitori o dei figli o di altri parenti diversi dal partner o ex partner di genere maschile.

Sono solo questi partner a essere colpevoli di femminicidio, perché hanno ucciso una donna per il fatto che fosse donna: 68 nell’ultimo anno (in crescita dell’otto percento sull’anno precedente).

Invece, Elena Del Pozzo è stata sgozzata dalla mamma in quanto figlia di un odiato ex, Laura Ziliani avvelenata perché intestataria del patrimonio familiare, Fabiola Colnaghi uccisa a calci e pugni perché probabilmente lottava con un figlio drogato, e la zia di Mattia Del Zotto forse per nessun motivo al mondo, alla Stephen King. Tutti casi in cui c’entra un cucco il femminicidio.

Riassumendo, nei dodici mesi antecedenti il 31 luglio 2022:

  • 125 donne uccise volontariamente (non necessariamente da un uomo), delle quali
  • 108 uccise in àmbito familiare/affettivo (non necessariamente un partner), delle quali
  • 68 da un partner o un ex partner.

Questa mia pignola precisazione non addolcisce affatto la pillola del femminicidio. Si limita a sottolineare la totale incapacità degli italiani—ben rappresentati dai media—di svolgere ragionamenti logici con base quantitativa.

==>

L’andazzo essendo questo, osservato attraverso il cannocchiale dei media, che sono popolati di laureati e financo intellettuali (presunti e veri), non potete aspettarvi che al momento di prendere decisioni anche molto importanti i politici sappiano sempre quello che fanno. E se per caso sperate che a quel punto subentrino immancabilmente esperti consulenti per smagare gli errori, allora leggete qui

I commenti sono chiusi.