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Bulls on parade

Pubblicato: 20 marzo 2024 da Paolo Magrassi in Luoghi comuni, Politica e mondo
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Lyudmila Pavlichenko, il più letale cecchino della storia

Con simpatico piglio vannaccistico, un senatore neofascista ha affermato che la «femminilità» del presidente Macron contrasta con le recenti «muscolari» dichiarazioni con le quali costui prospettava l’eventualità di un intervento armato in Ucraina.

Il senatore è immemore che il suo muscolare Caro Leader tentò di svignarsela all’estero travestito da soldato semplice. E che lo fece dopo aver sostenuto la stupida visione strategica di un demente che dichiarava guerra a tutti prendendole di santa ragione; promulgato leggi razziali in un paese che è un miscuglio di razze; aggredito la Francia mentre la Wehrmacht bivaccava a Parigi; provocato “la prima sconfitta dell’Asse” (Mark Mazower) con una fallita aggressione alla Grecia.

E poi, piano con le parole. Le donne sono meno muscolose degli uomini ma possono occasionalmente essere bulle come loro (un po’ come la di lui cara leader attuale, pur femmina), o anche vere combattenti e persino capi militari: vedi Artemisia di Alicarnasso, Cleopatra, Isabella II di Borbone, Guglielmina dei Paesi Bassi, Queen Victoria, Milunka Savić, Alexandra Kudasheva, Lyudmila Pavlichenko, Indira Gandhi, Golda Meir, Maggie Thatcher (tutte madri), nonché le donne curde della Women’s Defense Unit, che nel 2014-2015 furono tra le pochissime persone a combattere sul terreno l’ISIS, che faceva cacare nelle mutande l’intero Occidente.

Si può essere muscolari nel senso di semplici bulli oppure muscolari che dan seguito alle chiacchiere. Nell’eventualità di una guerra dentro l’EU iniziata da chicchessia, e ove gli odiati yankees evitassero di coprirci il didietro, quasi quasi io mi accontenterei di un Macron bullo: del suo fascino mi interesserebbero meno le doti fisiche o quelle pianistiche e molto di più le risorse della Marine nationale, come la Charles de Gaulle e specialmente i sottomarini a testate nucleari. Questi sarebbero i soli muscoletti (da impiegare quali deterrenti, s’intende) che potremmo mostrare al Vladimir di turno noi “pacifisti“.